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Università della Valle d’Aosta: le nostre case history

Conoscere il settore delle piattaforme aeree, parte integrante dell’attività di Nolover, può non essere un compito facile per i non addetti ai lavori. Un modo, da parte nostra, per provare a spiegarlo, è quello di raccontare dei progetti concreti, attraverso criticità, processi e risultati finali soddisfacenti. L’Università della Valle d’Aosta, a cui abbiamo lavorato, è una di queste imprese, che spesso verranno qui raccontate. Un nuovo Polo Universitario progettato nel 2011 ma realizzato successivamente a causa del lungo lavoro richiesto. 

Si è trattato di un’opera imponente, per la valorizzazione della città di Aosta e dell’area dell’ex Caserma Testafochi, in grado di ospitare oggi circa 2000 studenti di facoltà diverse. Ovviamente è stata per noi una grande soddisfazione far parte di questo cantiere. Sapere di far parte della realizzazione di un polo di pubblica utilità e dimostrazione della nostra competenza per una delle attività che meglio ci contraddistinguono. L’uso delle piattaforme aeree è un tratto distintivo del nostro core business, che non passa soltanto dal noleggio di autoveicoli, ma anche in gran parte da quello delle piattaforme aeree e mezzi adatti alle grandi costruzioni. 

Università della Valle d’Aosta, il progetto

Si tratta di uno dei nostri 24936 cantieri realizzati negli anni e che vale la pena approfondire, per la portata innovativa e anche per il suo carattere sfidante. Un’architettura del tutto particolare, non vicina agli standard visivi e strutturali su cui siamo abituati a lavorare. Ecco quindi cosa c’è da sapere.

Il campus nasce al centro della città di Aosta e, nonostante la sua spiccata progettazione contemporanea, si integra perfettamente con il tessuto architettonico del centro storico circostante. Questo grazie alla planimetria originale che è stata conservata, sovrascrivendo però una struttura nuova e in grado di stupire. Oggi il polo universitario appare come segno distintivo della nuova anima contemporanea della città. Ad ispirare l’aspetto finale, in cui domina il bianco, il paesaggio innevato durante molti mesi l’anno che fa da sfondo al contesto. La struttura è stata così pensata per ricordare visivamente un iceberg. 

Non una costruzione ordinaria dunque, che ci ha portato ad utilizzare la nostra competenza in modo differente rispetto agli altri casi.
A curare il progetto è stato MCA, la Mario Cucinella Architects, uno studio di architettura e design che ha firmato altri importanti edifici. Tra questi, il Polo Chirurgico dell’Ospedale San Raffaele di Milano, il Quartier generale del Gruppo Unipol, il Rettorato dell’Università Roma Tre. Non solo in Italia ma anche all’estero, come dimostra la creazione dell’One Airport Square ad Accra, capitale del Ghana. 

Il dettaglio operativo dei lavori

Per prima cosa, per la realizzazione del polo universitario comprendente tre edifici finali, sono stati necessari i lavori di demolizione. Due caserme preesistenti da smantellare a cui si sono unite le costruzioni nuove. Nel dettaglio, la realizzazione di due piani interrati e una nuova palazzina principale. Gli edifici sono stati progettati con una struttura portante in calcestruzzo armato, mentre i muri di tamponamenti esterni sono stati realizzati in vetro e metallo. L’utilizzo di componenti così atipiche e non comuni ha richiesto l’utilizzo di particolari e avanzate tecnologie, a dare ulteriore pregio al progetto.
Oltre all’aspetto estetico e strettamente visivo di cui si è parlato poco fa, è fondamentale anche l’aspetto energetico. Da sottolineare il suo carattere in grado di guardare con successo ad ambiente e sostenibilità. Si tratta di uno dei primi edifici italiani definiti NZEB, ovvero nearly zero energy building, tradotto come Edificio quasi a zero energia. Un’autosufficienza energetica che rende il polo universitario della Valle D’Aosta indipendente e con un impatto energetico ridotto al minimo. 

Proprio tenere conto delle condizioni climatiche ha rappresentato il riparo dalle possibili criticità portate dalla costruzione degli edifici. In particolare, l’area è soggetta ad una forte escursione termica ed è esposta a venti dominanti. Entrambi aspetti non trascurabili in sede di progettazione, costruzione e fruibilità finale.

Il contributo di Nolover

Quali sono stati i mezzi che abbiamo messo a disposizione per questo importante progetto? Attingendo dalla categoria delle piattaforme aeree, vale la pena di analizzare le singole attrezzature e relative funzioni. Tutte preposte al sollevamento di persone in quota all’interno di un cantiere, garantiscono lavorazioni a livello dei piani alti degli edifici con un raggio di azione molto ampio. Per quanto riguarda le piattaforme semoventi, i vantaggi risiedono nella velocità di estensione e nella movimentazione in quota, che le rendono ideali per le lavorazioni all’esterno.
Presenti anche delle piattaforme cingolate, chiamate comunemente “ragni” nel settore: sono più piccole e leggere delle precedenti e per questo indicate in spazi più stretti o in presenza di pavimentazioni più delicate.
Utilizzati anche i sollevatori telescopici, macchinari multiuso che sollevano e posizionano dove necessario il materiale edilizio.
Infine, il transpallet, che si rivela sempre prezioso sui siti di costruzione come questo, per le operazioni di movimentazione di pallet e materiali. Velocità e praticità si accompagnano a questo mezzo. 

L’Università della Valle D’Aosta è stata per noi di Nolover una sfida importante con cui misurarci, partecipando ad una esecuzione inedita e a tratti insolita. Progetti come questi arricchiscono il nostro bagaglio di esperienza e competenza, per restare competitivi anche dopo anni di pratiche e numerosissimi cantieri. Non il primo e sicuramente non l’ultimo con cui avremo a che fare, al di là del nostro ordinario e quotidiano lavoro.
Resta sintonizzato per scoprire tutte le nostre Case History e contattaci per ricevere una consulenza sulla giusta scelta del mezzo più adatto alle tue esigenze!